Discussione:
analogie, differenze e somiglianze tra USUCAPIONE e acquisto (di immobili) A NON DOMINO
(troppo vecchio per rispondere)
Rafminimi
2014-11-06 16:54:28 UTC
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Come da oggetto, vorrei avere qualche informazione al riguardo. In concreto
l'usucapione è un metodo per trasferire l'intestazione di un bene, a coloro
che già, da un certo lasso di tempo (solitamente due decenni, salvo casi
particolari) pur non essendone FORMALMENTE proprietari, però possono
dimostrarne di essersi comportati UTI DOMINI, godendone pacificamente del
possesso . Ed è una norma di diritto privato che NON si applica verso i beni
pubblici. Prima curiosità: cosa si intende per "BENI *PUBBLICI*? Solo i beni
dello Stato o a anche quelli degli enti (INPS, ex-ENPAS, Comuni, provincie,
regioni, et similia)?
L'acquisto A NON DOMINO, si configura quando Tizio, in buona fede (data per
scontata fino a prova contraria, salvo che il contesto non indichi
diversamente) compra da Caio, un bene che, crede essere di Caio, in realtà è
di Sempronio. Ora, dopo un certo numero di anni (quanti? Mi sembra di
ricordare 5, o sbaglio?) l'acquisto si perfeziona. Cioè Sempronio può
rivalersi su Caio, magari con tanto di accusa di appropriazione indebita, ed
altre varie ed eventuali specie delittuose (sempre che non siano andati in
prescrizione nel frattempo) ma non può avanzare pretese su Tizio, in
particolare non può esigere l'annullamento del contratto, o comunque, è
(quasi) certo che una richiesta in tal senso sarebbe respinta. O sbaglio?
Ora, da quanto ne sapete, se è vero, come è vero, che l'usucapione è una
faccenda tra privati, un ragionamento analogo/omologo, vale anche per
l'acquisto A NON DOMINO?
Se davvero Totò riusciva a vendere a Decio Cavallo la Fontana di Trevi (che
presumo sia del Comune), magari con tanto di atto notarile e per TOT anni
nessuno gli diceva nulla, il signor Decio Cavallo, quando finalmente il
comune si attivava in tal senso, ovvero per riprendrene possesso, poteva
dire loro: "VEDETEVELA con Totò"?
In concreto: l'acquisto A NON DOMINO, può realizzarsi quando oggetto della
vendita sono beni comunali? In particoalre Beni che tutti sanno essere del
Comune, ma che, per motivi particolari, non sono intestati ad esso comune?
Secondo una legge degli anni '50 (se non sbaglio a firma Mario Tanassi e/o
Giuseppe Romita), proprietari che avevano avuto immobili danneggiati da
calamità (terremoti, inondazioni, etc.) o eventi bellici potevano cederli
al patrimonio comunale, avendone in cambio altrettanto suolo edificabile dal
patrimonio comunale, con annessa
grazie.
lm
Rafminimi
2014-11-09 10:06:25 UTC
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Mi chiedevo come mai non ci sono risposte.
Si tratta di un problema che non capita spesso e, quindi, non ci sono
esperienze in materia, o forse è perchè mi rendo conto solo adesso che le
ultime righe sono venute monche?
Comunque lo completo:
Come da oggetto, vorrei avere qualche informazione al riguardo. In concreto
l'usucapione è un metodo per trasferire l'intestazione di un bene, a coloro
che già, da un certo lasso di tempo (solitamente due decenni, salvo casi
particolari) pur non essendone FORMALMENTE proprietari, però possono
dimostrarne di essersi comportati UTI DOMINI, godendone pacificamente del
possesso . Ed è una norma di diritto privato che NON si applica verso i beni
pubblici. Prima curiosità: cosa si intende per "BENI *PUBBLICI*? Solo i beni
dello Stato o a anche quelli degli enti (INPS, ex-ENPAS, Comuni, provincie,
regioni, et similia)?
L'acquisto A NON DOMINO, si configura quando Tizio, in buona fede (data per
scontata fino a prova contraria, salvo che il contesto non indichi
diversamente) compra da Caio, un bene che, crede essere di Caio, in realtà è
di Sempronio. Ora, dopo un certo numero di anni (quanti? Mi sembra di
ricordare 5, o sbaglio?) l'acquisto si perfeziona. Cioè Sempronio può
rivalersi su Caio, magari con tanto di accusa di appropriazione indebita, ed
altre varie ed eventuali specie delittuose (sempre che non siano andati in
prescrizione nel frattempo) ma non può avanzare pretese su Tizio, in
particolare non può esigere l'annullamento del contratto, o comunque, è
(quasi) certo che una richiesta in tal senso sarebbe respinta. O sbaglio?
Ora, da quanto ne sapete, se è vero, come è vero, che l'usucapione è una
faccenda tra privati, un ragionamento analogo/omologo, vale anche per
l'acquisto A NON DOMINO?
Se davvero Totò riusciva a vendere a Decio Cavallo la Fontana di Trevi (che
presumo sia del Comune), magari con tanto di atto notarile e per TOT anni
nessuno gli diceva nulla, il signor Decio Cavallo, quando finalmente il
comune si attivava in tal senso, ovvero per riprendrene possesso, poteva
dire loro: "VEDETEVELA con Totò"?
In concreto: l'acquisto A NON DOMINO, può realizzarsi quando oggetto della
vendita sono beni comunali? In particolare Beni che tutti sanno essere del
Comune, ma che, per motivi particolari, non sono intestati ad esso comune?
Secondo una legge degli anni '50 (se non sbaglio a firma Mario Tanassi e/o
Giuseppe Romita), proprietari che avevano avuto immobili danneggiati da
calamità (terremoti, inondazioni, etc.) o eventi bellici potevano cederli
al patrimonio comunale, avendone in cambio altrettanto suolo edificabile dal
patrimonio comunale,[*FIN QUA IL MESSAGGIO DEL 6 NOVEMBRE*] con annessa
CONCESSIONE
EDILIZIA, PER REALIZZARE IMMOBILI DI IDENTICA CUBATURA.
Ora, è accaduto, in non pochi casi che, queste persone, hanno ottenuto tale
"permuta". Hanno realizzato i nuovi immobili. Il vecchio immobile, quello
colpito da danni bellici e/o naturali, però, per motivi suoi, (magari per
mera dimenticanza o per non pagare le relative tasse) il comune omette di
volturla a suo favore. Però , tecnici comunali ed amministratori sanno che,
quegli immobili sono (almeno dovrebbero essere) comunali. Passano anni. Un
bel giorno, gli eredi di vecchio proprietario, scoprono che il loro
congiunto (magari morto da decenni e decenni) risulta ancora essere
intestario di questo immobile (che, inoltre, presenta ancora ben visibili i
danni bellici e/o calamitosi che hanno innescato il meccanismo). Decidono di
venderselo. Il notaio roga l'atto. Passano ancora molti anni.Un giorno il
comune si sveglia e decide di formalizzare le volture. Trova che l'immobile
risulta intestato ad un terzo. Cosa succede?
grazie.
lm

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